sabato 30 dicembre 2006

Questa è l’ultima opera che ho fatto nel 2006. L’ho appena finita. Il colore è ancora fresco e la parete che la ospiterà deve attendere che il colore asciughi. Ancora non ha un tintolo, perché, come tutte le mie opere, solo in seguito acquisterà un’identità. Il titolo appropriato sarebbe “autoritratto”. Con questa figura china sulla spalliera di una sedia ho voluto rappresentare me stesso. Non sono intento a dormire, non ho mai dormito in vita mia tranne quel tanto che basta al corpo per ricaricare le energie necessarie a conquistare il mondo; sono immerso in una pausa, con tutte le membra a riposo, in modo che, immobile, la mia mente sia libera di riflettere.
Riflettere sull’anno trascorso da quella parte del mio animo che è immerso nell’arte e fa arte. Il 2006 l’ho quasi interamente vissuto nella Pianura Padana e molte delle opere con questa data sono state concepite in terra lombarda. Qui la mia tavolozza è stata piuttosto disordinata perché mi è stato difficile mettere da parte le calde tinte che sono solito usare nelle mia terra. Queste opere sono state ammirate, dalla gente che ascolta il lento scorrere dell’acqua dei navigli e ammira le risaie, in due personali che ho allestito a Pavia, al Caffè dell’arte e nello spazio Zoom di Salmoiraghi&Viganò. Nel ciclo delle Verità nascoste (www.bivonaonline.it/cocchiara) e nei tre paesaggi dipinti in quella terra, chiunque ha riconosciuto i colori lucenti della culla dove è nata la mia arte, la Sicilia. Un’ arte nata tra campi di grano, fiori di pesco, onde del mare. I miei occhi, dalle cime dei Monti Sicani, hanno guardato lontano, alla ricerca di nuove terre, di nuovi sentieri, nuovi porti, nuove mete dove concepire opere che emergeranno sempre da quei colori donati dall’abbagliante sole, dall’immenso mare e dalla feconda terra che rendono unica al mondo la mia Isola.

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