domenica 27 maggio 2007

Finalmente il mare

Finalmente
disteso su un lenzuolo di ciottoli
sotto un tetto di stelle
ho conversato con le onde del mare
…in una splendida battuta di pesca, che ha regalato alla nuova compagnia di ventura
un orata, un sarago, un grongo, una murena e tanto altro… come ad un figlio al prodigo il familiare mare ha esposto sulla sua mensa i suoi frutti migliori in una magica notte di maggio




martedì 22 maggio 2007

E' questa la Sicilia!

Sotto un tale cielo
sulla gestante spiga
si consuma
l’amore

martedì 1 maggio 2007

Tutt'uno con la terra

Ieri sera, nel rivedere un vecchio, meraviglioso film, Nuovo Cinema Paradiso, sono rimasto colpito da un dialogo tra i due protagonisti: Totò, il giovane ragazzo di Giancaldo (Palazzo Adriano - Pa) appena tornato dal servizio militare fatto a Roma e Alfredo, un vecchietto, un tempo operatore del cinematrogafo del paese, rimasto cieco durante l’incendio del cinema.
Alfredo - Ognuno di noi ha una stella da seguire. Vattinni, chista è terra maligna. Finu a quannu ci sei tutti i giorni, ti senti al centro del mondo, ti sembra che non cambia mai niente. Poi parti, un anno, due, e quannu torni è cambiato tutto, si rompe il filo. Non trovi chi volevi trovare. Le tue cose non ci sono più. Bisogna andare via per molto tempo, per moltissimi anni, per ritrovare al ritorno la tua gente, la terra unni si nato. Ma ora no, non è possibile, ora tu sei più cieco di me.
Totò – Questa chi l’ha detta, Gherry Cooper, Gimmy Stewart, Erry Fonda?
Alfredo – No Totò, non l’ha detto proprio nessuno, chistu lu dicu io. La vita non è come l’hai vista al cinematografo, la vita è chiù difficili. Vattinni, tornatinni a Ro. Tu si giovani, il mondo è tuo e io sugnu vecchiu. Non vogliu più sentirti parlare, vogliu sentiri parlari di tia.
Mi identifico molto in Totò, mentre la voce di Alfredo è quella di una saggia coscienza, ma ahimé non l’ho ascoltata, mi sono fatto fottere dalla nostalgia, ritornando al mio paese. Manco da due anni e vedo che è tutto cambiato. I miei amici non ci sono più e quelli che sono rimasti sono diversi, si è rotto il filo, io non so quasi più niente di loro e loro nulla di me. Anche il paese è cambiato. In bene e in male…quella pietra su cui ero solito sedermi non c’è più...non c’è più neppure il sentiero che giorno per giorno prima a carponi, poi sbarbatello, rasta e con la barba folta ero solito percorrere...non riconosco neppure il sapore dell’acqua…ma risento sempre i soliti discorsi politici, dato le amministrative…,sviluppo, occupazione, impresa, assistenza, anziani, disabili, ecc, ecc...io ho deciso di tornare definitivamente nella mia terra, senza l’influenza di nessuno…senza parlare da pulpiti e senza chiedere niente a nessuno ho scelto di contribuire in silenzio a fare rifiorire, con la mia arte, col mio ingegno, con la mia caparbietà, col mio entusiasmo, con la mia penna, la mia terra…ho deciso di ritornare ad essere un tutt’uno con essa, ho deciso di immergermi completamente in essa.